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QUESTA CANZONE

BAMBINO
...Qualche curiosità...

Un tema che ricorre in più di un mio testo: “Svegliarsi una mattina e ritrovarsi già grandi”, con la consapevolezza di aver ormai “girato pagina”, di aver preso coscienza che la vita non è fatta di tanti Peter Pan, ma di troppi Capitan Uncino...
“Bambino” è un testo “agrodolce”, in cui i bei ricordi di un’infanzia comunque non troppo “felice” si mescolano all’amarezza ed alla rassegnazione di aver scoperto che il mondo non è poi così “puro”, ma pieno di ipocrisie e falsità, cercando comunque di far sopravvivere, almeno quando è possibile, il bambino che c’è in noi.
E’ un testo dal lessico semplice, immediato, che non ricalca gli schemi tipici della canzone italiana, infatti non ha un vero ritornello se non musicale, tra una strofa e l’altra. Si percepisce molto la spontaneità e inesperienza tipica delle prime composizioni..
La canzone è divisa in tre strofe: Il ricordo della dolcezza dell’infanzia, quello delle cose meno belle come “il mobile letto che si abbassa la sera”, sinonimo di una vita non proprio agiata, e infine il “risveglio”, quello della consapevolezza del presente, e la rassegnazione a vivere comunque nel miglior modo possibile in un mondo...”Bugiardo”, a cui presto o tardi sarà meglio abituarsi, o perlomeno “adeguarsi”.

Curiosità: nel giro di mezz’ora, nel pomeriggio del 9 Dicembre 1996, sono nate sia “Bambino” che “Sarajevo”.
Non è mai stata incisa “per bene”, se non con voce e chitarra in una vecchia cassetta che custodisco gelosamente tra le cose più care, insieme all’incisione in sala prove di una versione “hard-rock” eseguita insieme agli allora “Zero Assoluto” degli amici Toni, Luciano (che ritroviamo chitarrista in “Bandhidu”) & c.